AFRICA

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    Ma cosa succede in Africa?


    Nessuno ne sa niente, alcuni fanno finta di non sapere, altri vorrebbero aiutare ma non sanno come, però al di là della superficie conta quello che sostanzia nel profondo.

     
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    Barnard, Fusaro, Konare, Mori, Scardovelli, Zanotelli – Liberiamo l’Africa


     
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    "Cavie umane" di Stefano Liberti - Rai 3 2008


     
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    era il 07 Aprile 2020

    Coronavirus, proposta shock di alcuni medici francesi: "Sperimentare vaccino in Africa"


    Da giorni circola in rete una teoria su un piano per usare africani come "cavie". La realtà è diversa ma sono vere le frasi del primario dell'ospedale parigino Cochin, Jean-Paul Mira: "Un po' come si fa in alcuni studi sull'Aids, o tra le prostitute perché sappiamo che sono molto esposte". Oms: "Dichiarazioni razziste"




    www.repubblica.it/esteri/2020/04/0...mira-253332992/
     
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    erano tutte balle,
    erano tutte congetture dei complottisti...

    MICROCHIP SOTTOCUTANEI A PUNTI QUANTICI.
    GLI ESPERIMENTI DEL MIT E I SONDAGGI AVVIATI IN AFRICA DALLA FONDAZIONE GATES


    VIDEO www.byoblu.com/2021/06/03/microchi...ndazione-gates/

    Anni fa quelli che tramano i complotti davano del complottista a chi parlava di microchip sottocutanei per tracciare le persone e controllarle. Sentite cosa accadeva in Kenya e Malawi già dal 2019.

    La notizia risale infatti al dicembre di quell’anno, quando nessuno di noi sapeva ancora che cosa fosse il Covid-19, ed è stata pubblicata dal quotidiano francese Le Monde.
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    Gli ingegneri del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, hanno inventato delle nanoparticelle che possono essere iniettate sotto la pelle ed emettono una luce fluorescente invisibile ad occhio nudo ma visibile con l’aiuto di uno smartphone. Le Monde utilizza proprio il sostantivo marcatura per definire questa tecnologia, che potrebbe essere usata per confermare che una persona è stata vaccinata.

    A finanziare il progetto è stata la Fondazione Gates. Noi di Byoblu ce ne siamo occupati in diverse precedenti edizioni del tg di questi cosiddetti tatuaggi quantici. La Fondazione Gates ha anche lanciato sondaggi d’opinione in Kenya, Malawi e Bangladesh per capire se la gente fosse disposta ad adottare un libretto vaccinale sottocutaneo con nanoparticelle o se preferisse ancora le vecchie schede di vaccinazioni cartecee. Insomma si testava il terreno in Africa, dove la popolazione soffre i problemi legati alla siccità e alla fame. La motivazione ufficiale per dare avvio al progetto è il fatto che in Africa le schede di vaccinazione cartacee sono errate o incomplete e molto spesso si perdono e le cartelle cliniche elettroniche inesistenti.

    La tecnologia di tracciamento con le nanoparticelle è stata testata sui ratti. I modelli di quantum dots sono impiantati da tempo anche su pelle umana conservata in vitro e mantenuta allo stato vivente per diversi giorni e hanno dato ottimi risultati. L’auspicio dei ricercatori del MIT, come Ana Jaklenec, ingegnere biomedico, è quello di iniziare entro il 2021 la sperimentazione sugli esseri umani.
    Ana Jaklenec è una ricercatrice che ha pubblicato studi anche sul trasporto di vaccini a mRNA tramite nanoparticelle lipidiche, utilizzati in passato in studi clinici contro il cancro e oggi nei vaccini Covid di Pfizer e Moderna.

    Le nanoparticelle consistono in nanocristalli in rame, detti quantum dots (punti quantici), protetti in un guscio di solfuro di zinco drogato con alluminio e iniettati con un cerotto a microaghi. Dopo essere stati applicati sulla pelle per due minuti, i microaghi si dissolvono e lasciano piccoli punti sotto la pelle, distribuiti per esempio a forma di cerchio o di croce. Questa croce o cerchio, invisibile a occhio nudo, sarebbe scansionabile anche con uno smartphone, grazie ai raggi infrarossi. Un medico con un telefono potrebbe avere informazioni medico sanitarie del paziente in tempo reale e verificare se lo stesso è vaccinato o meno. I ricercatori stanno lavorando a come far durare il più a lungo possibile nel corpo umano queste nanoparticelle iniettabili.

    Queste tecnologie vengono presentate come utili alla scienza e fondamentali per la tutela della salute, ma resta il dubbio che il loro fine ultimo sia quello del controllo della popolazione.
     
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    VI RACCONTO I SEGRETI DELLA MAFIA NIGERIANA – Claudio Bernieri


    VIDEO
    www.byoblu.com/2021/06/11/vi-racco...audio-bernieri/

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    Interviene il giornalista Claudio Bernieri per raccontare la sua indagine relativa alla mafia nigeriana. Quella che secondo l’FBI è diventata la seconda organizzazione criminale più pericolosa al mondo.

    Spaccio di droga, racket dell’elemosina, prostituzione e traffico di essere umani. La mafia nigeriana opera in maniera trasversale e in tutta Italia, mentre le basi gestiscono il tutto dalla Nigeria. Anche la politica sembra essere coinvolta.

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    LA NORVEGIA FINANZIA IL VACCINO
    JOHNSON&JOHNSON IN AFRICA,
    MA LO SCONSIGLIA IN NORVEGIA


    www.byoblu.com/2021/07/01/la-norve...ia-in-norvegia/
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    Non raccomandato in Norvegia, ma ammesso in Africa.

    Stiamo parlando del vaccino della Johnson&Johnson, che la Norvegia contribuirà a finanziare, attraverso la Nordfund, il fondo statale norvegese per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo.

    La somma stanziata ammonta a 7.5 milioni di dollari e servirebbe a finanziare la produzione di vaccini Johnson&Johnson in Sud Africa, da esportare poi in tutto il continente. La produzione è stata affidata all’azienda farmaceutica Aspen Pharmacare, su licenza della multinazionale statunitense.

    Secondo Tellef Thorleifsson, il direttore della Nordfund, la produzione sarebbe iniziata già ad aprile e nei prossimi 12 mesi si prevede la messa in circolazione di 300 milioni di dosi, per un totale di 400 milioni alla fine dell’anno.

    Il Sud Africa ha prenotato 60 milioni di dosi, mentre altre 200 milioni sono state preordinate dall’Unione africana.

    La percentuale di popolazione africana vaccinata si attesta a meno del 2%, su una popolazione totale di 1 miliardo e 300 milioni.

    Si tratta di fatto di un vasto mercato che potrebbe fare gola sia agli investitori che alle case farmaceutiche. Questi però frenano sulle possibilità speculative riguardo ai vaccini in Africa.

    “Non ci aspettiamo un grande ritorno economico” – ha spiegato il direttore della Nordfund. Dichiarazioni che fanno il paio con quella della Johnson&Johnson, la quale promette di non voler fare soldi sui vaccini prodotti in Africa “fino a quando la pandemia sarà in corso”.

    Resta però il fatto che in Norvegia, a causa degli effetti collaterali, il vaccino della Johnson&Johnson è stato bloccato e ritirato dai protocolli vaccinali del Paese.

    Nonostante questo, Camilla Stoltenberg, la direttrice dell’Istituto nazionale di sanità norvegese, ha detto che l’utilizzo del vaccino in Africa “è totalmente giustificabile”. Il Motivo?

    “In Paesi con una povertà diffusa e un’infezione elevata si può raccomandare quel tipo di vaccino” – ha spiegato la Stoltenberg.

    Inoltre “il vaccino Johnson&Johnson sarebbe raccomandato perché basterebbe una sola dose, sarebbe più facile da conservare e distribuire alla popolazione” – ha concluso la direttrice dell’Istituto di sanità norvegese.

    Sembra quindi che adesso l’obiettivo sia quello di vaccinare l’Africa, il che appare alquanto strano, visto che il continente non è stato particolarmente colpito dal Covid19.
     
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    LE TRAME FRANCESI IN AFRICA OCCIDENTALE: IL CASO DELLA COSTA D’AVORIO – Paolo Sannella, Cuno Tarfusser, Nicoletta Fagiolo
    VIDEO
    https://www.byoblu.com/2021/08/05/le-trame...oletta-fagiolo/
    intervista-neocolonialismo-16.9
    Si parla di Africa occidentale e in particolare della Costa D’Avorio per ricostruire le vicende storiche che hanno scosso questo Paese negli ultimi vent’anni.

    Elezioni contestate, guerre civili e processi a presidenti che sembrano avere un’unica regia alle spalle: la Francia, potenza coloniale della regione.

    Ne parliamo con l’ex Ambasciatore in Costa D’Avorio Paolo Sannella, il già giudice della Corte Penale Internazionale Cuno Tarfusser e la documentarista Nicoletta Fagiolo.

    Un’intervista per ricostruire la vicenda politica di Laurent Gbagbo, divenuto Presidente della Costa D’Avorio con l’obiettivo di emancipare il suo Paese dalla dipendenza del controllo francese. Contro questo Paese si è mosso l’intero occidente, fino alla stessa Corte Penale Internazionale che alla fine ha mostrato l’inconsistenza dell’impianto accusatorio nei suoi confronti.
     
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    SVALIGIATA LA CASA DEL PANAFRICANISTA
    MOHAMED KONARE. LUI: “I SERVIZI SEGRETI
    ITALIANI MI VOGLIONO UCCIDERE”.

    VIDEO
    www.byoblu.com/2021/08/21/svaligia...liono-uccidere/
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    Riportiamo la denuncia che il leader del movimento panafricanista Mohamed Konarè ha affidato a un video pubblicato sui suoi canali. Secondo quanto riferito da Konarè nella notte tra il 20 e il 21 agosto degli sconosciuti si sarebbero introdotti nel suo appartamento a Roma, portando via soldi, documenti di identità, computer e anche file di grande rilevanza: “Sono stati i servizi segreti italiani”.

    Konarè sostiene che nessuno fosse a conoscenza del suo arrivo nella Capitale, dove avrebbe dovuto incontrare personalità di rilievo con cui discutere di un affare importante che il movimento panafricanista era in procinto di rivelare con l’aiuto della giustizia italiana.
     
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    PAZZESCO SEMBRA ESSERE IN 1984.
     
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    Hanno ucciso SANKARA, NON il SOGNO di LIBERTÀ - Mohamed Konare
     
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    "Chiediamo a tutti i popoli del mondo
    di sostenere quello maliano
    contro questa aggressione della Francia"

    www.lantidiplomatico.it/dettnews-c...rancia/8_44851/
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    COMUNICATO del Partito Comunista Rivoluzionario della Costa d'Avorio (PCRCI), il Movimento Socialista del Ghana (SMG) e il Partito Comunista del Benin (PCB) sui fatti intercorsi in Mali
    14 gennaio 2022
    Domenica 9 gennaio 2022, i capi di Stato di ECOWAS (Comunità degli Stati dell'Africa occidentale) e dell’UEMOA (Unione economica e monetaria dell'Africa occidentale), riunita in un vertice straordinario ad Accra, ha preso le seguenti misure contro il Mali ha preso le seguenti misure contro il Mali e il suo popolo:

    a) Chiusura delle frontiere terrestri e aeree tra i paesi ECOWAS e il Mali, b) Sospensione delle transazioni commerciali tra i paesi ECOWAS e il Mali, c) Congelamento dei beni della Repubblica del Mali nelle banche centrali dell'ECOWAS, d) Sospensione del Mali da tutti gli aiuti finanziari delle istituzioni finanziarie dell'ECOWAS (EBID e BOAD), e) Attivazione della "Forza di riserva ECOWAS".

    Immediatamente, la Francia è corsa all'ONU per cercare di far approvare queste misure dal Consiglio di Sicurezza. Manovra bloccata dal veto di Cina e Russia. Emmanuel Macron, presidente dell'UE dal 1° gennaio 2022, manovrando per convincere l'UE a sostenere le misuredell'ECOWAS.

    L'imperialismo francese è da tempo alle calcagna del popolo maliano e dei capi dell'esercito che ha attuato del colpo di stato militare rovesciando Ibrahim Boubacar Kéita, fantoccio e agente della Francia. La Francia non perdona ai nuovi dirigenti maliani di aver constatato e dichiarato ufficialmente che la presenza militare francese era alla radice dei problemi del Mali e non poteva essere la soluzione; e che quindi, se il Mali voleva porre fine agli attacchi terroristici sul suo territorio, doveva esplorare altre strade piuttosto che fare affidamento sull'esercito francese per realizzare questo compito.

    Infatti, dal 2013, la Francia è intervenuta in Mali, formalmente per combattere i gruppi jihadisti che che stavano seminando morte nel nord del paese. Nove anni dopo, non solo i terroristi si sono diffusi in tutto il Mali, ma ora operano anche in Burkina Faso, Niger, Costa d'Avorio e Benin. Il fatto è che la Francia ha creato un'enclave a Kidal, vietado l’accesso al governo maliano, dove ha avuto il tempo di addestrare migliaia di terroristi che ora sciamano in tutto il Sahel e oltre.

    Oggi, questi terroristi servono da apripista per rioccupare militarmente le ex colonie francesi. Attaccano i paesi e la Francia viene a offrire protezione. La Francia ha basi militari in Mali, Costa d'Avorio, Niger, Burkina Faso e ora Benin. Queste azioni della Francia in Mali e in Africa in generale sono realizzate con la complicità dei suoi agenti, messi a capo degli avamposti neocoloniali creati in Africa anche attraverso organizzazioni fantoccio, africane solo di nome, dirette da politici corrotti che la Francia mantiene.

    Ecco perché il Partito Comunista Rivoluzionario della Costa d'Avorio (PCRCI), il Movimento Socialista del Ghana (SMG) e il Partito Comunista del Benin (PCB):

    - Condannano vigorosamente le misure omicide prese dall'ECOWAS e dall'UEMOA contro il Mali e il suo valoroso popolo, sotto dettatura da parte dell'imperialismo francese; chiedono che queste misure siano revocate immediatamente.

    - Denunciano le azioni della Francia in Mali e in Africa.

    - Denunciano Nana AKUFFO-ADDO, Allassane Dramane OUATTARA e Patrice TALON per la loro partecipazione a questo crimine contro il fraterno popolo maliano e i popoli africani.

    - Esigono lo smantellamento di tutte le basi militari francesi in Africa.

    - Chiedono ai popoli della Costa d'Avorio, del Ghana e del Benin di opporsi a tutte le aggressioni contro il fraterno popolo del Mali.

    - Chiedono ai popoli dell'Africa e a tutti i popoli del mondo di sostenere il popolo maliano contro questa aggressione della Francia e dei suoi agenti in Africa.
     
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    Colpi di stato militari Africa occidentale francofona.
    Partito comunista del Benin:
    "I lavoratori e i popoli devono continuare
    le loro lotte di emancipazione autonoma"


    www.lantidiplomatico.it/dettnews-c...tonoma/8_44969/
    720x410c50
    PARTITO COMUNISTA DEL BENIN.
    DICHIARAZIONE SUI COLPI DI STATO MILITARI NELL’AFRICA OCCIDENTALE FRANCOFONA. “I LAVORATORI E I POPOLI DEVONO CONTINUARE LE LORO LOTTE DI EMANCIPAZIONE AUTONOMA”
    Diciotto agosto 2020 e 24 maggio 2021, colpi di Stato in Mali; 5 settembre 2021, colpo di Stato in Guinea; 24 gennaio 2022, colpo di Stato in Burkina Faso. Da 18 mesi, la regione dell'Africa occidentale vive al ritmo dei colpi di Stato militari nei paesi francofoni. Questa serie inaugurata dal Mali, in seguito a movimenti popolari di protesta che chiedevano le dimissioni del presidente Ibrahim Boubacar Keïta, fa dire a molte persone: dove e contro chi sarà il prossimo round? C’è quindi una sorta di vento di putschismo, una richiesta da parte di strati di lavoratori e di popolo di un intervento militare per rovesciare poteri corrotti, autocratici e senza patria. Di fronte a questa situazione, il Partito comunista del Benin (Pcb) porta all’attenzione dei lavoratori, dei giovani e del popolo, attraverso la presente Dichiarazione, i seguenti elementi di valutazione e riflessione.
    1- I colpi di Stato militari che hanno avuto luogo hanno rovesciato poteri corrotti, liberticidi e persino autocratici, principalmente al servizio del patto coloniale. Tutti questi presidenti, in Mali, Guinea e Burkina Faso, hanno truccato le elezioni per essere rieletti. La gestione è opaca e copre la corruzione e l’impunità del clan di dignitari che funziona come una mafia di Stato. Ovunque, reprimono le proteste e le lotte dei lavoratori, dei giovani e del popolo nel sangue. La necessità del loro rovesciamento è indispensabile per il progresso del popolo.
    2- In secondo luogo,
    (continua)
     
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    Ambasciatore Francese espulso dal Mali:
    l’unica colonia di Parigi resta l’Italia.

    https://scenarieconomici.it/ambasciatore-f...-resta-litalia/
    mali-italy
    L’Africa Occidentale Francese inizia a non esistere più. Il governo del Mali ha annunciato che dopo i commenti “ostili e oltraggiosi” fatti dalle autorità francesi sul governo del Paese, l’inviato francese a Bamako, Joelle Meyer, deve lasciare il Paese entro tre giorni.
    All’ambasciatore francese sono state concesse 72 ore per lasciare il Mali dopo che il ministro degli Esteri francese e altri funzionari del governo si sono espressi “ripetutamente” contro le autorità nazionali del Mali in un modo che era “contrario allo sviluppo di relazioni amichevoli tra le nazioni”, hanno affermato i funzionari del Mali.
    Il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian aveva affermato che il governo militare al governo del Mali era “fuori controllo” poiché le tensioni crescevano tra i due paesi sul dispiegamento di una forza antiterrorismo a guida francese.
    (continua)
     
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    Lo scorso dicembre Greenpeace ha pubblicato un rapporto dal titolo: “Missioni militari per proteggere gli interessi dell’industria del petrolio e del gas. Come le risorse della difesa europea finiscono per aggravare la crisi climatica”.

    La guerra italiana in Libia in un rapporto di Greenpeace

    www.lantidiplomatico.it/dettnews-l...ce/41939_44986/
    720x410c50
    Come si legge sin dalle prime righe del rapporto, <<gli Stati membri dell’Unione dipendono fortemente dalle importazioni di energia fossile: circa il 90% del petrolio e il 70% del gas consumato dai Paesi UE arriva da fuori>>.
    Leggendo questi dati risulta più chiaro perché l’apertura del gasdotto Nord Stream 2 tra il territorio della Russia e quello della Germania stia portando un’intero continente verso la guerra.
    L’ITALIA RIPUDIA LA GUERRA PER RISOLVERE I CONFLITTI, MA LA PROMUOVE PER SACCHEGGIARE IL PETROLIO
    Ma interessante è il capitolo dedicato all’Italia, scritto da Sofia Basso. Così si muove il nostro Paese, come riportato nel rapporto: <<nel 2021 le missioni a sostegno della nostra “sicurezza energetica” costeranno circa 797 milioni di euro, pari al 64 per cento del budget per le missioni militari. Sommando tutte le operazioni “fossili” degli ultimi quattro anni, il ministero della Difesa ha speso circa 2,4 miliardi di euro. E il trend non accenna a diminuire. Anzi, quest’anno c’è stata un’impennata di missioni militari a tutela di fonti energetiche inquinanti. Sempre senza alcuna discussione pubblica sugli interessi che le Forze armate italiane sono chiamate a difendere>>.
    LA GUERRA PERMANENTE DELL’ITALIA IN LIBIA
    Dal 2011, dall’aggressione Nato in poi, la Libia è diventata un capitolo aperto di guerra permanente per l’Italia, secondo lo schema proposto dal rapporto di Greenpeace: <<lo stretto legame tra il dispiegamento militare e gli interessi dell’azienda (ENI) è particolarmente evidente nel caso della missione “Mare Sicuro”: anche se il nome potrebbe evocare il salvataggio dei migranti, la prima “attività” ufficiale dell’operazione è la “sorveglianza e protezione delle piattaforme dell’Eni ubicate nelle acque internazionali prospicienti la costa libica”>>.
    E’ proprio quello che noi sosteniamo da anni: salvare i migranti è un pretesto per militarizzare la Libia e il mare mediterraneo al fine di portare a compimento il saccheggio del petrolio libico, quantificato nel 40% del totale estratto ogni anno, come riportato dal NOC (National Oil Corporation).
    Tant’è vero che, come prosegue il rapporto: <<la relazione governativa precisa che la missione “assicura con continuità la sorveglianza e la protezione militare alle piattaforme dislocate nelle acque internazionali antistanti le coste libiche, la protezione al traffico mercantile nazionale operante in area”. Tra i compiti della missione, anche quelli connessi alla controversa missione a supporto della Guardia costiera libica, che ogni anno suscita proteste fuori e dentro il Parlamento, ma poi viene immancabilmente approvata>>.
    Ma certo! La Guardia Costiera Libica non è mai stata finanziata per respingere i migranti! Armare le milizie e il governo di Tripoli serve impedire che la capitale venga liberata dall’Esercito Nazionale Libico così che il saccheggio del petrolio continui.
    Anzi, i finanziamenti a fondo perduto dell’Italia al governo usurpatore di Tripoli sono tecnicamente la contropartita per il petrolio acquisito sotto banco dall’Italia, come dimostrato dall’inchiesta della procura di Catania “Dirty Oil”.
    LA MISSIONE IRINI E’ UN’ATTO DI GUERRA
    Se questo è il quadro, a maggior ragione la missione IRINI, missione militare europea varata nei primi mesi del 2020, a guida italiana, è stata una missione militare attiva volta alla protezione militare degli interessi italiani in Libia.
    Ricostruiamo brevemente gli eventi. Nel gennaio 2020, dopo 9 mesi di campagna militare, l’Esercito Nazionale Libico è alla periferia di Tripoli e sta per completare la liberazione della Libia dalle milizie e dai gruppi armati. In fretta e furia viene organizzata la Conferenza di Berlino 1 che promuove 2 linee guida: cessate-il-fuoco ed embargo sulle armi alla Libia. La missione IRINI viene varata a questo scopo, quello di monitorare le coste libiche e prevenire l’ingresso di armi.
    Sennonché la Turchia utilizza questi mesi di tregua per trasferire mercenari (20mila) ed armamenti attraverso ponti aerei. Alcuni mesi più tardi, con la Turchia perfettamente equipaggiata sul campo, inizia la controffensiva e l’Esercito Nazionale Libico viene respinto fuori dalla Tripolitania.
    Nel maggio 2021 Richard Norland, ambasciatore americano in Libia, afferma che senza l’intervento militare turco non sarebbe stato possibile difendere Tripoli.
    Dunque, se le cose stanno così, l’Italia ha partecipato alla guerra in Libia direttamente, intervenendo a protezione del governo usurpatore di Tripoli e reggendo la candela alla Turchia che nel frattempo armava le milizie di Tripoli attraverso ponti aerei.
    GESTIONE DEI FLUSSI: DI MIGRANTI O DI IDROCARBURI?
    Il rapporto infine prosegue: <<il ministro Lorenzo Guerini ha precisato che è “quanto mai importante e necessario mantenere la nostra presenza sul terreno” per essere “pronti, in caso la situazione precipiti, a proteggere i nostri interessi e a tutelare il personale italiano variamente presente nel Paese”>>.
    Viene in mente l’ospedale da campo di Misurata, che ospita diverse centinaia di nostri soldati in una città dove la locale milizia, affiliata alla Fratellanza Musulmana, è tra le più militarmente equipaggiate e preparate a difendere gli interessi della Nato contro l’Esercito Nazionale Libico (e la volontà del popolo libico).
    <<interessi che l’Ispi e il Documento programmatico della Difesa identificano nella gestione dei flussi migratori e nella sicurezza energetica: “L’Italia dal punto di vista energetico non può fare a meno del petrolio e del gas libico”. (…) L’obiettivo primario dell’operazione rimane il sostegno al governo di accordo nazionale libico, attraverso l’assistenza sanitaria, la formazione delle forze di sicurezza, l’assistenza nel controllo dell’immigrazione illegale, il ripristino dell’efficienza degli assetti terrestri, navali ed aerei, e l’attività di capacity building>>.
    Si scrive “gestione dei flussi migratori”, ma si legge “gestione dei flussi di idrocarburi”. Ecco a cosa serve la migrazione dall’Africa. Ecco perché 700.000 ragazzini africani sono stati dovuti essere ingannati per essere portati in Libia, gli si è dovuto raccontare che in pochi mesi avrebbero raggiunto l’Europa dove avrebbero trovato un fisso mensile garantito dallo Stato ospitante, per metterli in marcia verso la Libia. Ed ecco perché invece, dopo anni in stato di schiavitù senza possibilità di fuga, la maggior parte di loro stia chiedendo ora di essere riportata a casa.
    Ma no, nessun esperto di migrazione sarà mai disposto ad ammetterlo. Come nessun esperto di migrazione ha speso una parola sul fatto che le elezioni libiche, fissate per lo scorso 24. dicembre, alla fine non si sono tenute, perché l’elezione di Saif Gheddafi (dato al 70% dei sondaggi) avrebbe smantellato il sistema di potere in Tripolitania basato sulle milizie che consente il saccheggio del petrolio libico.
    LA TRIPOLITANIA E’ UN PROTETTORATO DELLA NATO
    Allora se stanno così le cose, dobbiamo dirlo chiaramente: l’Italia ha dichiarato guerra alla Libia, ha trasformato la Tripolitania in un protettorato in consorzio con gli altri Paesi Nato e la migrazione è una trappola infernale per arrotondare tasche delle milizie, ma soprattutto per gettare fumo negli occhi degli spettatori europei e lasciare che il saccheggio continui indisturbato.
     
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