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cominciamo con la visione di questo film, qui non c'è fretta,
c'è solo il tempo per riflettere e discutere.. -
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nella Nostra Terra siamo miliardi di esseri umani.
Abbiamo dei progenitori, esseri molto simili a noi, da alcuni milioni di anni.
Andando indietro per decine di milioni di anni abbiamo esseri che ci somigliano meno, tuttavia sono ancora simili, hanno peli, capezzoli.
Indietro per miliardi di anni troviamo degli esseri monocellulari da cui siamo discesi tutti quanti noi.
In tal senso è giusto dire che siamo tutti fratelli.
Ci siamo evoluti in tanto tempo fino a diventare quello che siamo, ma possiamo guardare al nostro passato in ogni centimetro della nostra pelle.
Noi siamo anche tutto quello che ci ha preceduto, e come se fossimo la storia e la somma di quello che ci ha preceduto.
Noi siamo i nostri genitori ed i nostri nonni, ma anche i loro avi e gli avi dei loro avi.
Fino a quando non prenderemo consapevolezza di quello che siamo crederemo di essere IO.
Crederemo che quell'io in cui ci sentiamo dentro siamo veramente noi.
Non ci accorgeremo che quell'io è semplicemente una delle nostre tante esperienze che per essere vissuta in modo totalizzante deve farci credere d'essere l'unica realtà che ci caratterizza.
Siamo esseri umani per avere memoria, fare i conti con la storia ed il passato.
Siamo esseri umano per sentirci troppo stretti in quell'io.. -
.www.youtube.com/watch?v=8JMkyRUP4WY
cominciamo con la visione di questo film, qui non c'è fretta,
c'è solo il tempo per riflettere e discutere.
Commentare è arduo a dir poco. All'anteprima di "Attraversando il bardo" erano presenti l'Autore e una monaca buddhista dell'Istituto Lama Tzong Khapa, dal pubblico sono state poste delle domande e per la verità persone davvero interessate hanno esposto riflessioni o posto domande un po' banali e così temo anch'io di scivolare nel banale o per contrasto nell'astruso, perciò in prima battuta preferisco includere la risposta data da Cristina Ciampa Tsomo alla domanda "quanto conta il momento in cui si muore".
Il concetto di impermanenza è correlato al concetto di tempo, a T=0 c'è impermanenza? Secondo Henry Corbin, che ha studiato per qualche decennio le opere di Ibn Arabi, il cuore è il centro della trasformazione e l'immaginazione creatrice è lo strumento del cuore. Curiosamente analogo a ciò che dice Cristina Ciampa Tsomo. Ciò che saremo è ciò che è coltivato nel nostro cuore e immaginato attivamente, se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri osserva il tuo corpo oggi, se vuoi conoscere come sarai domani osserva i tuoi pensieri di oggi, Dhammapada.... -
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ovviamente rispetto qualsiasi risposta a riguardo, ma prima di darti la mia risposta invito ad un ragionamento ponendo due domande fondamentali.
La prima domanda è: che rilevanza ha fare una buona o una cattiva morte per un essere che ha 4 miliardi di rinascite?
La seconda domada è: constatata l'inesistenza dell'io e l'inefficacia della scalata solitaria, quale preoccupazione può attanagliarti sul come morire, se non quella di contribuire al miglior passaggio tuo esclusivamente per la condovisione del miglior passaggio degli altri?
Quindi,
5 minuti di agonia prima di morire perchè ti è caduto un vaso in testa, o una profonda meditazione per il miglior passaggio sono del tutto irrilevanti al fine del miglior itinerario.
Così, vale di più un'esistenza fatta di utili esempi che possono far riflettere anche una sola altra persona piuttosto che una morte ottimale verso il miglior cammino.
è irrilevante il tuo prossimo vestito, sempre. Conta la tua essenza e quanto essa è intenzionalmente propensa a porre attenzione verso l'opposto dell'io.. -
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D'accordo, l'essenza è come il germoglio del seme da cui si può sviluppare ...
La risposta di Ciampa Tsomo, allieva di un Lama tibetano reincarnato di lignaggio Rinpoche, mette in rilievo l'importanza dello stato interiore al momento del passaggio dalla vita alla morte, perché prima della morte il praticante ha la possibilità di raccogliersi e mantenere la coerenza, nello stadio intermedio Bar-do questa possibilità non ce l'ha e viene guidato da un monaco che recita all'orecchio del defunto, ancora presente in coscienza, il Bar-do Thodol cioè la "Suprema Liberazione con l'Ascolto nello stato intermedio". Non sbagliare l'uscita perché rischi di trovarti in una condizione peggiore di quella che hai guadagnato con i tuoi sforzi nella vita precedente, questo è il Bar-do Thodol. Insomma, questo tratta il docufilm e a questo mi riferivo.
Chi non è buddhista tibetano non può conoscere a memoria lo schema del Bar-do Thodol e al momento del passaggio non ha accanto un monaco che glielo recita all'orecchio, ma certe dinamiche sono analoghe sul globo terracqueo. Ciascuna religione produce uno schema di rappresentazioni simboliche sulla base del substrato culturale e filosofico dell'area in cui si sviluppa, senza schemi e punti di riferimento la transizione è un po' complicata. Qui dovrei aprire un tema che non finisce più, sorvolo.
Buddhista o altro, senza dubbio per chiunque è determinante la qualità delle relazioni, la coscienza si struttura in virtù o difetto di relazioni empatiche, costruttive. Si potrebbe discutere di cosa "si costruisce" con il lavoro del vivere e con lo sforzo di amare con coscienza, dovremmo disporre di un lessico comune ma questo è il problema che si pone quando si conversa su temi diversi dal battere le mani, Mokurai - Tuono silenzioso batte le mani una contro l'altra e disse al suo piccolo allievo Toyo "Questo è il suono di due mani, mostrami il suono di una sola mano".
Edited by Ortophon - 14/5/2020, 18:36. -
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il solo fatto che esistano più versioni, cioè che sei cosciente e scegli una strada, o che sei una barchetta di carta nell'acqua e che qualcuno ti debba trascinare per i capelli in quella fase, deriva solo da congetture dei discepoli.
Buddha non ha mai detto nulla di tutto questo e su tutto questo.
il buddhismo ha più di 700 sette.
il buddhismo è tanto rilevante per ciò che riguarda LA VIA nelle sue questioni fondamentali inerenti l'essenza, quanto la sua rilevanza perde di significato su questioni essenziali ma acquista significato solo per aspetti storici, culturali, antropologici, folkloristici, quando ogni setta vuole spiegare a proprio modo questioni talora "tecniche", talora che sono solo corollari a ciò che nel buddhismo di Buddha è stato espresso.
ciò è normale e accade perchè anche i buddhisti sono uomini, e quindi anche loro sono affetti da molte ignoranze.
Il tentativo di spiegare (anche male) una cosa, è tuttavia da accogliere favorevolmente.
è meglio aggrapparsi al primo ramo dell'ignoranza, per proseguire con un costrutto successivo, sporco ma vivo, che rifiutare quel ramo e non fare alcuna considerazione, perchè in tal modo non seguirebbero correlazioni e non ci sarebbe assolutamente nulla, nè di illussorio, nè di essenziale.
in tal senso il buddhismo è sempre somigliato, come tabellina di marcia a quello che fa la Scienza con la "s" maiuscola.
Anche la scienza in tutta la sua storia, pur ambendo a conoscere le regole essenziali e assolute del tutto, spesso ha soddisfatto solo in sfere locali, per es. Newton va benissimo sul pianeta Terra, ma uscendo al di fuori non va + bene e occorre interpellare Einstein causa effetti relativistici dovuti alle dimensioni spazio-temporali.
O andando indietro nel tempo la spiegazione degli atomi data 2400 anni fa da Democrito era eccelsa, ma oggi non sarebbe più accettabile nonostante fosse la più scientifica dei suoi tempi.
Così, il buddhismo ha sicuramenti precetti fondamentali irremovibili o quasi (per rimuoverli occorrerebbero sconvolgenti scoperte che li contraddicono), ma è privo di dogmi per quel che riguarda la conoscenza del mondo materiale, e spesso è rimasto con gli occhi attenti per sapere cosa dice la scienza a tal proposito, atteggiamento dello stesso attuale Dalai Lama (Tenzin Gyatso).
Quindi discussione libera, ma quando si sente che ciascuno ha la sua in merito ad alcune sfumature inerenti al bardo, rizziamo subito le orecchie: alcuni uomini discutono di cose che conoscono poco e male, non c'è alcun "essere superiore" che ci ha mai detto come stanno le cose.
Edited by oooooo - 14/5/2020, 09:42. -
.CITAZIONEIl tentativo di spiegare (anche male) una cosa, è tuttavia da accogliere favorevolmente.
è meglio aggrapparsi al primo ramo dell'ignoranza, per proseguire con un costrutto successivo, sporco ma vivo, che rifiutare quel ramo e non fare alcuna considerazione, perchè in tal modo non seguirebbero correlazioni e non ci sarebbe assolutamente nulla, nè di illussorio, nè di essenziale.
Sono d'accordo. Le quattro verità e l'ottuplice sentiero sono il fondamento, ciò che è venuto dopo è un fiorire di sette, ma ciò accade in tutti i sistemi filosofici e religiosi.
Le opinioni riguardo al Bar-do Thodol non sono le mie, sono quelle espresse da chi quel testo lo usa come guida per uscire dallo stadio intermedio nel migliore dei modi, anche nell'ambito del buddhismo tibetano esistono opinioni diverse cioè interpretazioni delle sfumature e non potrebbe essere altrimenti se si ha una idea del come funziona la messa in scena (non so quale altro termine sintetico usare).
Ed è vero che l'approccio buddhista è scientifico - per così dire - ma la scienza è guidata dalle opinioni e quasi sempre trova ciò che cerca. Si vede ciò che si vuol vedere, c'è una letteratura che va dalle leggi di Murphy fino a Feyerabend e Popper.
Il Bar-do Thodol l'ho letto quando avevo boh ... 25 anni? ed è stato il libro che mi ha fatto percepire per la prima volta, a quel tempo in modo sommario e confuso, la realtà delle rappresentazioni. L'immaginazione creatrice, una facoltà psichica peculiare dell'uomo, crea le strutture del mondo di mezzo, quello in cui entriamo al momento del passaggio, ma ciascuno di noi ha il suo criterio, la sua esperienza, pur seguendo un maestro è pur sempre distinto, ma la realtà essenziale è unica, una sola.. -
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Umberto Galimberti "Il corpo in Occidente"
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Per la fenomenologia l'atto della conoscenza dipende dall'intenzione, non dalla percezione che dipende dalla conoscenza acquisita nella storia e in una determinata tradizione. Carlos Castaneda raccontò che il lavoro realizzato con don Juan fu quello di rompere i pregiudizi percettivi. Il Prof Galimberti è un uomo greco - ipse dixit - ne ha retorica, dialettica e sillogismi ed è una fonte di conoscenza, ma non per tutti i greci la morte era la fine di tutto.
Gli iniziati ai misteri eleusini e orfici - greci anche loro - credevano nella vita dopo la morte, il ricordo per loro non era quello del defunto nella memoria dei vivi, le gesta eroiche etc, ma propriamente il ricordare nel post mortem, analogamente al Bar-do tibetano, le varie fasi dell’iniziazione orfica o di quella eleusina cantata nell’Inno omerico a Demetra, per evitare l'oscurità di Ade ed entrare nell'aldilà degli iniziati, come dei.
ORFISMO
Laminetta orfica di Ipponio
“Di Mnemosine è questo sepolcro. Quando ti toccherà di morire andrai alle case ben costruite di Ade: c’è alla destra una fonte, e accanto a essa un bianco cipresso dritto; là scendendo si raffreddano le anime dei morti.
A questa fonte non andare neppure troppo vicino; poi di fronte troverai fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine, e sopra stanno i custodi che ti chiederanno con il loro spirito severo cosa vai cercando nelle tenebre di Ade rovinoso. Di’ loro: Sono figlio della Terra e del Cielo ricco di stelle, sono arso dalla sete e muoio; ma datemi subito la fredda acqua che scorre dalla palude di Mnemosine.
E si prenderanno pena di te per volere dei giudici di sotterra; e sicuramente ti lasceranno bere le acque di Mnemosine; e infine percorrerai una lunga strada, quella stessa sacra che altri misti e iniziati a Bacco percorrono ricchi di gloria”.
Laminetta orfica di Turi
“Vengo pura dai puri, o regina degli inferi, Eucle ed Eubeo e voi altri dèi immortali, poiché io mi vanto di appartenere alla vostra stirpe felice; ma la Moira mi soverchiò, e altri dèi immortali … e la folgore scagliata dalle stelle.
Volai via dal cerchio che dà affanno e pesante dolore, e salii a raggiungere l’anelata corona con i piedi veloci, poi m’immersi nel grembo della Signora, regina di sotto terra, e discesi dall’anelata corona con i piedi veloci. (Essi mi dissero): ‘Felice e beatissimo, sarai un dio anziché un mortale’. Agnello caddi nel latte”.
Video
Edited by Ortophon - 25/5/2020, 13:29. -
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se l'uomo non è ingenuo, si deve per forza porre alcune domande riguardo a quanto crede e soprattutto riguardo al perchè crede.
subire una fascinazione per la narrazione della resurrezione del corpo, così come racconta la religione cristiana, potrebbe nascondere un compiacimento (convenienza) dello stesso tipo per cui Pinocchio resta affascinato quando il Gatto e la Volpe gli raccontano che nel Campo dei Miracoli le monete germogliano producendone ulteriori.
Allora l'uomo non ingenuo DEVE indagare se eventualmente una "vita eterna" possa essere di suo compiacimento (convenienza).
Se emerge da tale indagine il fatto che l'uomo fugge e teme la morte, ahia, sorge il sospetto che la narrazione religiosa che ci ha affascinato debba tale fascinazione al fatto che tale storia ha alleviato una nostra paura.
Ecco quindi che l'uomo non ingenuo e dotato di quel minimo d'autoironia tale da annoverarlo tra gli intelligenti, si dà del pirla da solo:
ho creduto alla favola religiosa per paura della morte, anche se la storia di fatto era assurda...
Quindi si vergogna un po' di sè, senza prendersela troppo, e continua a cercare.
Ma quando interagiscono 2 forze nello stesso verso, l'attrazione può risultare fatale.
Il senso di appartenenza si soddisfa tanto sotto l'ala di una squadra di calcio, tanto quanto sotto una religione, tanto quanto un modo di vestirsi, quanto ai confini fittizzi creati per definire una nazione.
Così se assieme alla paura della morte converge anche il bisogno d'appartenenza che una religione importante ed istituzionale appaga, la fascinazione per la religione si moltiplica.
Appartenenza forte e risoluzione della paura della morte sconfitte in un unica soluzione, tanto vale far battezzare anche i figli e decidere noi per loro, così da dimostrare come sia forte il nostro plagio, qualora ci rendesse più credibili come cristiani il timor di Dio.
Ovviamente c'è un'altra strada, meno lineare, più complessa, che è quella di porsi molte domande sulla morte:
. perchè sia io, sia gli altri esseri muoriamo?
. perchè normalmente si rifugge la morte?
. perchè anche gli animali più elementari spesso rifuggono la morte?
. perchè possiamo cadere in facile inganno di fronte a chi ci propone di eliminare la morte attraverso alcune religioni?
Questo è un passaggio molto diverso. Costringe ad un altro modo di ragionare dove per avere risposte sensate si è costretti ad esercitare l'abitudine ad estraniarsi dall'io. Gli psicologi direbbero "ci si osserva come se noi stessi fossimo dei supervisori".
Inevitabilmente poi le risposte arrivano naturali, senza essere intrise di partigianeria, senza essere soffocate dal coinvolgimento misto alla paura.
La risposta quindi non sarà intrisa d'aretè greca, dovè essere è virtù istantanea che motiva sè stessa, e neanche intrisa di speranza, dove l'incomprensione della risurrezione ne fa un mistero di fede dove appunto si spera che sia tutto vero.
La risposta sarà la stessa domanda che ben presto appare come un sentiero percorribile senza paure, paure che sono vetri rotti e scuri che si interpongono tra noi e il mondo dandoci una visione da noi stessi distorta.. -
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Galimberti sostiene che i greci non credevano all'immortalità dell'anima. Già secoli prima di Platone che lui ha citato quale "ideatore" dell'anima, i greci (gli iniziati ai misteri eleusini e orfici) credevano all'immortalità dell'anima intesa come mantenimento della coerenza di psyche, la coscienza, grazie ai riti iniziatici e all'esercizio di mnemosine. La resurrezione del corpo? Nel cristianesimo, NT San Paolo "si semina un corpo materiale rinasce un corpo spirituale" e nel AT "voi sarete come dei" insomma non sarà come se non fosse accaduto nulla, non è lo stesso corpo. Certo si può sempre sostenere che le idee religiose si siano mescolate nel corso dei millenni, ed è assolutamente vero, ma le religioni sono veicoli culturali in cui si conservano conoscenze e metodi specifici, ed anche bandiere per fanatici e tifosi, ma è così che va il mondo. E' un argomento complicato e complesso che si apre in mille rivoli, troppo faticoso starci dietro.
Don Juan rispose a Carlos Castaneda:CITAZIONETutto è solo una strada tra tantissime possibili. Devi sempre tenere a mente che una strada è solo una strada; se senti che non dovresti seguirla, non devi restare con essa a nessuna condizione. Per raggiungere una chiarezza del genere devi condurre una vita disciplinata. Solo allora saprai che qualsiasi strada è solo una strada e che non c’è nessun affronto, a se stessi o agli altri, nel lasciarla andare se questo è ciò che il tuo cuore ti dice di fare. Ma il tuo desiderio di insistere sulla strada o di abbandonarla deve essere libero dalla paura o dall’ambizione.»
Ti avverto. Guarda ogni strada attentamente e deliberatamente. Mettila alla prova tutte le volte che lo ritieni necessario. Quindi poni a te stesso, e a te stesso soltanto, una domanda. Questa è una domanda posta solo da un uomo molto vecchio. Il mio benefattore me l’ha detta una volta quando ero giovane, e il mio sangue era troppo vigoroso perché la comprendessi. Ora la comprendo.
Ti dirò che cosa è: “Questa strada ha un cuore?“ Tutte le strade sono uguali; non portano da alcuna parte. Sono strade che passano attraverso la boscaglia o che vanno nella boscaglia. Nella mia vita posso dire di aver percorso strade lunghe, molto lunghe, ma io non sono da nessuna parte. La domanda del mio benefattore ha adesso un significato.”Questa strada ha un cuore? Se lo ha, la strada è buona. Se non lo ha non serve a niente. Entrambe le strade non portano da alcuna parte, ma una ha un cuore e l’altra no. Una porta un viaggio lieto; finché la segui sei una sola cosa con essa. L’altra ti farà maledire la tua vita. Una ti rende forte; l’altra ti indebolisce.. -
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non credo che Galiberti intendesse che i Greci prima di Platone credessero tutti che l'anima non fosse immortale.
Credo semmai che volesse dire che era pensiero comune.
Poi un grande popolo non può essere certo confezionato in uno stereotipo.
I Greci avevano molte influenze dal medio oriente e dall'oriente, quindi il pensiero era ricco di contaminazioni.. -
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The Egg - A Short Story
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Il video si dipana con leggerezza e semplicità, il tema è molto complesso. Veramente bello, narrazione videografica e commento musicale. Alcune soluzioni sono frutto forse di intuizione artistica, forse di gnosi, forse esperienze dirette, comunque le trovo verosimili. Tralascio quelle attorno a cui è impossibile imbastire una conversazione, mi soffermo su quel passaggio circa la reincarnazione, che poi è il tema di questo thread, in cui l'uomo viene rimandato indietro nel tempo.Il tempo esiste per le 4 dimensioni, nella dimensione atemporale in cui esiste Adam Qadmon il tempo, come lo concepiamo noi, non esiste. Nella kabbalah ebraica Dio (Kether, la corona) crea Adam Qadmon, che ha un suo corrispettivo nell'Uomo perfetto dei sufi, nella religione cristiana è il "diventare tutti una sola cosa in Cristo nuovo Adamo (la ricostituzione dell'integrità umana in Adam Qadmon) il che comporta necessariamente il dissolvimento dei limiti imposti dalle strutture dell'ego. Che non ci sia nulla nell'aldilà oltre al creatore e alla creatura è una convinzione dell'autore, ed è anche funzionale tutto sommato ma io credo che la questione sia un po' più complessa. Il fine (uno dei) è di esaurire le esperienze e divenire tutti una cosa sola tramite l'intelligenza della vita vissuta sul piano terrestre (a parte altre cosucce marginali e meno marginali) ma non è detto che tutto il gioco si svolga in un pianterreno, quanto meno a me non risulta
Ho apportato un paio di correzioni perché scrivendo di getto e di fretta ho saltato qualche parola sconvolgendo di conseguenza il senso di un paio di frasi.
Edited by Ortophon - 10/6/2020, 17:14. -
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trovo il video molto interessante.
Riguardo al tempo, per noi di certo è monodirezionale, esiste, abbiamo certezza che pur apparendo lineare, e di fatto essendolo nella maggior parte dei casi, potrebbe subire scossoni se noi potessimo modificare la nostra velocità.
Questo è un discorso che riguarda la vita di ciascuno di noi.
Se questo debba anche riguardare il transito tra una vita è l'altra, sinceramente non lo so, ma di fatto, la monodirezionalità del tempo non è necessaria per la crescita individuale tra una vita è l'altra.
Inoltre la fisica quantistica suggerisce un'altra opportunità, che, se non riguarda il tempo in verso contrario, riguarda comunque la contemporaneità degli eventi indipendentemente dalla distanza, e questo di fatto elimina sia il limite della velocità della luce, sia il tempo comunemente inteso, poichè esso dovrebbe essere legato allo spazio mentre in questo caso non lo è.
Si tratta dell' Entanglement quantistico.