ENERGIA

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    Intanto contro tutte le regole, l'ambiente e la penuria di gas:

    https://www.ticinonews.ch/svizzera/central...ergetica-369675

    Centrale di Birr: il piano B in caso di penuria energetica

    La prima centrale di emergenza sta sorgendo nel canton Argovia. Potrebbe entrare in funzione già da febbraio 2023, ma lo farà solo in caso di effettiva penuria energetica.

    L’inverno sarà un’incognita dal punto di vista energetico e questo è ormai un dato di fatto. Confederazione e cantoni si sono infatti mossi con puntuali campagne di sensibilizzazione, e quanto messo in campo in fatto di riserve sembra poterci regalare una stagione fredda tutto sommato tranquilla. Ma se così non fosse? C’è anche un piano B e si chiama centrali di emergenza. La prima di queste sta sorgendo a Birr, nel canton Argovia, e l’Ufficio federale dell’energia ha pubblicato oggi un documento che ne svela i segreti.
    La struttura

    Nel parcheggio nord del sito della general electric di Birr si sta predisponendo lo spazio per installare otto generatori TM2500. Si tratta di turbine alimentate a gas o a gasolio che possono anche essere spostate su un camion. Hanno potenza complessiva di 250 megawatt, ossia un quinto di ciò che può produrre la centrale nucleare di Leibstadt. La struttura di Birr, che ha un costo di 470 milioni di franchi, è la prima delle nuove centrali di riserva e dopo un test a gennaio potrebbe entrare in funzione già da febbraio 2023. Tuttavia, lo farà solo in caso di effettiva penuria energetica. Sarà smantellata nel 2026.
    Chi è contrario

    L’operazione non ha però riscosso solo consensi. Da un lato vi sono gli abitanti del villaggio argoviese, che hanno partecipato in massa a una serata informativa sollevando le proprie preoccupazioni, legate in particolare all’inquinamento. La centrale, infatti, se brucerà gas produrrà 2,8 tonnellate di ossidi di azoto e 6,64 tonnellate di monossido di carbonio ogni giorno. Se brucerà gasolio produrrà invece 4,8 tonnellate di ossidi di azoto e 2,8 di monossido di carbonio. Numeri che hanno costretto le autorità a innalzare temporaneamente i limiti consentiti per legge di queste emissioni. C’è poi la questione dell’inquinamento fonico: da contratto i generatori non dovranno emettere più di 74 decibel, un rumore comunque molto alto per le case poco lontano. Per questo, oltre alla posa di filtri silenziatori, è prevista la costruzione di un riparo fonico e, eventualmente, il finanziamento di finestre maggiormente isolate per le abitazioni vicine. Infine, oltre alle preoccupazioni degli abitanti, vi sono quelle di chi è sensibile al clima. Un mese fa, infatti, alcuni attivisti hanno manifestato di fronte al sito e hanno promesso di continuare a farlo. Si oppongono all’utilizzo di tecnologie inquinanti e rumorose per la produzione di energia.
     
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    La Cina annuncia nuove scoperte nella fusione nucleare

    https://scenarieconomici.it/la-cina-annunc...sione-nucleare/
    nuclear-fusion-2-1320x743
    I ricercatori che lavorano al progetto cinese del “sole artificiale” hanno scoperto una modalità di funzionamento del plasma mai vista prima che potrebbe portare a una generazione più stabile ed efficace di energia da fusione nucleare.
    Questa scoperta potrebbe aiutare i futuri esperimenti di fusione a creare una fonte di energia sicura, pulita e quasi illimitata per l’umanità.
    Il “super I-mode” è stato scoperto per la prima volta nel reattore Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST) di Hefei, durante un’operazione da record durata 17 minuti nel dicembre 2021. I risultati, dopo un’accurata verifica da parte di esperti, sono stati pubblicati sabato sulla rivista internazionale Science Advances.
    L’operazione – che ha utilizzato campi magnetici per riscaldare a 70 milioni di gradi Celsius il gas carico di plasma composto da elettroni e ioni di idrogeno in movimento libero – ha permesso di ottenere un confinamento ad alta energia sia in profondità nel plasma che ai suoi margini, ha scritto l’équipe dell’Istituto di fisica del plasma dell’Accademia delle scienze cinese e i suoi collaboratori provenienti, tra gli altri, da Stati Uniti, Europa e Giappone.

    Ulteriori esperimenti hanno dimostrato che la nuova modalità “presenta un grande potenziale” per l’applicazione nell’International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER), il più grande reattore a fusione del mondo attualmente in costruzione in Francia.
    “Questo è un risultato importante per ITER e per la fusione”, ha dichiarato il fisico Richard Pitts, che dirige gli esperimenti e le operazioni al plasma presso ITER.
    “L’importanza degli esperimenti EAST è che hanno dimostrato, per la prima volta, che i plasmi dei tokamak… possono essere sostenuti e controllati per impulsi molto lunghi – più di 1.000 secondi, che è simile agli impulsi lunghi che ITER si prefigge di ottenere a lungo termine”, ha aggiunto Pitts.
    Ci sono tutti i tipi di problemi associati al funzionamento con impulsi molto lunghi, ed è molto confortante per noi di ITER vedere che questo è stato raggiunto, anche se su un dispositivo molto più piccolo”.

    Uno dei principali vantaggi della modalità
    (continua)
     
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    Qui provano a spiegare che cosa potrebbe succedere a chi ha fatto il 110. Assurdo.

     
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    Il 71% dei tedeschi, contrariamente a quanto deciso dal governo, vuole che l’energia nucleare continui ad essere utilizzata come risorsa energetica. È quanto emerge da un sondaggio rappresentativo della Fondazione Konrad-Adenauer, cui fa riferimento il giornale Bild.

    L'altra parte, solo il 29 per cento, vuole che l'energia nucleare «non venga più utilizzata».

    Tuttavia, il gas è al primo posto nella classifica delle fonti energetiche: «Finché il fabbisogno energetico non sarà coperto dalle energie rinnovabili, i tedeschi preferiscono il gas», afferma lo studio.

    Proprio dietro c'è l'energia nucleare.

    https://weltwoche.ch/daily/71-prozent-der-...fuer-kernkraft/

    Fonte originale
    https://www.bild.de/politik/inland/politik...?wtmc=twttr.shr
     
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    Intervento magistrale sulla questione energetica di Alessandro Panza.

     
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    Scoperto nuovo sistema
    per produrre biocarburanti dalla lignina

    https://scenarieconomici.it/scoperto-nuovo...-dalla-lignina/
    arnaud-mesureur-7EqQ1s3wIAI-unsplash-alberi-trees-1536x1024


    I ricercatori dell’Università della California – Santa Barbara hanno dimostrato che la lignina, materiale resistente e legnoso, può essere scomposta in un ambiente anaerobico. In questo modo hanno aperto la strada a un nuovo sistema di produzione del biocombustibile che utilizza una frazione dello scarto biologico sinora non utilizzato.

    Materiale resistente, la lignina è il biopolimero strutturale che conferisce a fusti, cortecce e rami la loro caratteristica legnosità. La lignina, uno dei polimeri terrestri più abbondanti sulla Terra, circonda preziose fibre vegetali e altre molecole che potrebbero essere convertite in biocarburanti e altri prodotti chimici di base, se solo riuscissimo a superare la sua rigida parete cellulare.
    In un articolo pubblicato sulla rivista Nature Microbiology, i ricercatori del laboratorio di ingegneria chimica e biologica della UC Santa Barbara, Michelle O’Malley, hanno dimostrato che un gruppo di funghi anaerobi – i Neocallimastigomiceti – è all’altezza del compito.

    Fortunatamente, questo processo piuttosto laborioso avviene già nell’intestino dei grandi erbivori, grazie all’azione dei microbi anaerobi su cui si basano mucche, capre e pecore per rilasciare i nutrienti intrappolati dietro il biopolimero. I ricercatori hanno condotto questo lavoro in collaborazione con i colleghi del Joint Genome Institute del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti (DOE), del Lawrence Berkeley National Laboratory, del Joint BioEnergy Institute e del Great Lakes Bioenergy Research Center.

    O’Malley, la cui ricerca si concentra sulla ricerca e sull’accesso a fonti alternative di energia e sostanze chimiche da quelli che altrimenti sarebbero considerati rifiuti vegetali, ha spiegato: “Si può pensare alla lignina come a una sorta di sistema scheletrico delle piante. La lignina è davvero importante: fornisce resistenza e struttura, ma è altrettanto difficile da abbattere per lo stesso motivo”. Inoltre, la lignina ha proprietà che rendono la pianta resistente alla degradazione fisica da parte di enzimi e patogeni ed è questo che rende il legno relativamente facile da conservare.

    Per decenni si è pensato che la lignina potesse essere degradata solo in presenza di ossigeno. “Ci vuole tempo e dipende da alcune specie chimiche – come i radicali liberi – che, per quanto ne sappiamo, possono essere prodotte solo con l’aiuto dell’ossigeno”, ha osservato O’Malley.

    Tuttavia, si è sempre pensato che la natura avesse più di un modo per eliminare la lignina. Nel mondo della biomassa industriale, per accedere alla cellulosa e all’emicellulosa dietro la lignina, la biomassa vegetale deve essere sottoposta a un pre-trattamento. Ma nel lavoro del laboratorio O’Malley con i microbi anaerobi, il pretrattamento non è mai stato necessario.
    (continua)
     
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    Addestrare un'intelligenza artificiale: serve l'energia di centinaia di case
    www.tio.ch/ticino/attualita/1657762/lugano
    LUGANO - Un bene o un male? In realtà: entrambi. Se non è ancora stato del tutto stabilito in che modo lo sviluppo dell'intelligenza artificiale contribuirà all'impatto ambientale, in Ticino si sta già studiando come utilizzarla per trovare metodi innovativi per abbattere il consumo di energia.

    Ma andiamo con ordine. Stando a un approfondimento recentemente apparso sul quotidiano spagnolo El Paìs, le stime del consumo energetico dei data center - edifici pieni di computer in cui vengono elaborati dei dati - variano tra l'1 e il 2% del consumo globale.
    Entro il 2040, inoltre, le emissioni del settore tecnologico dovrebbero rappresentare il 14%, ossia il 12% in più di quelle causate oggi dal settore dell'aviazione. Queste, tuttavia, sono stime effettuate prima dell'avvento di ChatGpt, che potrebbe cambiare tutte le carte in gioco.

    Per capire in quale modo l'IA possa salvarci o condannarci, abbiamo interpellato il professor Andrea Emilio Rizzoli, Direttore dell'Istituto Dalle Molle, di studi sull’intelligenza artificiale Usi-Supsi.

    IA quanto costi - Si è assistito a «un aumento considerevole delle risorse energetiche impiegate per addestrare» i modelli di IA attualmente in uso. Ad esempio, «il costo energetico per addestrare GPT3 era stato stimato essere circa di un milione di dollari, con i prezzi pre-crisi dell’energia». Un costo che, se tradotto, corrisponde al consumo annuo di circa 120 unità domestiche americane.

    Le variabili sono molteplici, a cominciare da quali fonti energetiche si vogliono utilizzare. «Già adesso molti data center alimentano i loro server utilizzando pannelli fotovoltaici. È stato stimato che il fabbisogno energetico della Svizzera potrebbe essere completamente soddisfatto con risorse rinnovabili come la produzione di energia a partire da risorse idriche, eoliche e solari. Ridurre il consumo energetico, anche dell'intelligenza artificiale» in questo periodo di transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili «ha molto senso».

    Quindi quanto inquina? - Fare una stima «dell'impatto specifico dell'intelligenza artificiale sulle emissioni è molto difficile», in quanto non si inquina unicamente quando si collega il proprio pc o smartphone a un'intelligenza artificiale. Il problema nasce dalla tendenza a ripartire le statistiche «tra categorie quali servizi, trasporti, economie domestiche eccetera, ma l’IA è una tecnologia pervasiva che entra in tutte queste categorie».

    Ma, secondo il professore, bisognerebbe anche concentrarsi sul modo in cui l'IA potrebbe aiutarci a raggiungere l’efficienza energetica. «Molte tecniche di ottimizzazione dei consumi energetici sono basate su soluzioni progettate con l’ausilio dell'intelligenza artificiale».

    In Ticino, per esempio «il team del professore Cesare Alippi della Facoltà di informatica dell’Usi e membro di Idsia Usi-Supsi ha sviluppato algoritmi» grazie ai quali «teoricamente, possiamo abbattere del 10% il nostro uso di energia. Se pensiamo alla scala di una nazione come la Svizzera si parla di terawatt», ossia di migliaia di miliardi di Watt.

    Un vero e proprio boom - Con il lancio di nuove intelligenze artificiali da parte di Microsoft e di Google è da attendersi un aumento della domanda potenzialmente vertiginoso. Ma resta da considerare che è in corso una vera e propria crisi delle materie prime.

    «Sono una risorsa finita e per questo motivo tendono a scarseggiare tanto più ne aumenta il consumo. Considerazioni geopolitiche inoltre ci portano a essere pessimisti o cauti per quanto riguarda la disponibilità futura di semiconduttori. Non dobbiamo escludere scossoni nel settore dovuti a questa difficile situazione».

    «Ci sarà sicuramente una spinta a un utilizzo più razionale delle risorse, e le tecniche di recupero di materie prime estraendole dai rifiuti elettronici da parte di aziende specializzate saranno sempre più raffinate. Le terre rare sono il petrolio del 21mo secolo e il 97% della produzione mondiale è in Cina. È il momento di farsi delle domande».
     
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    21 mila miliardi di USD: questa è la cifra
    necessaria per adattare le reti
    alla transizione energetica

    https://scenarieconomici.it/21-mila-miliar...one-energetica/
    Hydropower1
    Affinché la transizione energetica avvenga, il mondo ha bisogno di una massiccia revisione della rete elettrica. Questo messaggio è stato trascurato per anni, mentre l’eolico e il solare rubavano la scena, ma ora è tornato all’ordine del giorno. Perché senza una massiccia revisione della rete non è possibile passare dalla produzione di energia elettrica a carico del carico di base e dispacciabile alla generazione distribuita e intermittente.

    Nel 2020, BloombergNEF ha stimato il costo di tale revisione in 14.000 miliardi di dollari nei trent’anni tra il 2020 e il 2050. È quanto costerebbe costruire i milioni di chilometri di nuove linee di trasmissione e le relative infrastrutture per accogliere l’aumento previsto di energia eolica e solare.
    Questo nel 2020. Ora il prezzo della revisione della rete è salito a circa 21.000 miliardi di dollari, sempre secondo BloombergNEF. Infatti, per raggiungere la rete zero entro il 2050, il mondo dovrebbe raddoppiare la lunghezza delle linee di trasmissione in funzione, portandola a 152 milioni di km. Questo significa che, allo stato attuale delle cose, abbiamo poche possibilità di raggiungere lo zero netto entro il 2050.

    Per cominciare, il denaro per questi massicci investimenti nell’adattamento della rete deve arrivare da qualche parte. Non possono provenire tutti da sussidi governativi: la costruzione di nuove linee di trasmissione costa miliardi. Al momento, negli Stati Uniti sono in corso tre nuovi progetti di trasmissione dell’energia elettrica con un prezzo complessivo di 13 miliardi di dollari.

    E poi c’è l’opposizione locale a questi progetti, che rende ancora più difficile il decollo. Alla gente non piace che le linee di trasmissione passino sopra i loro giardini, e questo è quanto. Non piace nemmeno che le foreste debbano essere disboscate per la nuova linea. È il massimo del NIMBY-ismo, e c’è ben poco da fare se non sperare che non si arrivi allo stato di BANANA: “build absolutely nothing anywhere near anything”, cioè non costruire assolutamente nulla vicino a nessuno.

    Ma supponiamo che si possa trovare del denaro da parte di investitori e governi attenti all’ambiente, e supponiamo che il NIMBY possa essere trattato, magari finanziariamente. C’è un problema più grande di questi e di entrambi insieme. Una carenza di competenze.

    Non ci sono abbastanza tecnici specializzati: le persone che costruiscono e mantengono le linee di trasmissione. In luoghi come l’Australia, non ci sono abbastanza persone per costruire gli impianti eolici e solari che la transizione al net zero richiederebbe. E il ritmo con cui le persone acquisiscono queste competenze essenziali per la transizione è in forte ritardo rispetto ai piani di transizione, come ha riportato il FT all’inizio di questa settimana.

    Ognuna di queste sfide, da sola, può far deragliare la transizione, perché farebbe slittare l’aggiornamento vitale della rete. Prese insieme, rendono la transizione – almeno come attualmente pianificata in Occidente – quasi impossibile da realizzare.

    Ma non sono le sfide più immediate, non per la transizione ma per il nostro abituale stile di vita. La sfida più immediata è rappresentata dalle interruzioni di corrente. Questo perché, nonostante la necessità di aggiornare la rete e di adattarla alle crescenti quantità di energia eolica e solare che la alimentano, l’equilibrio tra la generazione a carico di base e quella intermittente si sta spostando in modo tale da rendere la rete instabile.
    In poche parole, la capacità di produzione di energia affidabile, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, viene calata più velocemente di quanto la rete venga adattata all’energia eolica e solare intermittente, e più velocemente di quanto vengano costruite nuove capacità di generazione eolica e solare. Dire che questa situazione non è esattamente ottimale per un approvvigionamento energetico sano è dire poco.

    Rispetto a queste sfide, l’autorizzazione è una cosa da poco. La regolamentazione può essere cambiata se c’è abbastanza slancio per il cambiamento. Tuttavia, piccole o meno che siano, le procedure di autorizzazione sono nell’elenco delle cose che impediscono alla transizione energetica di avvenire nella sua parte più importante: la rete.

    Secondo un rapporto di aprile del Lawrence Berkeley National Laboratory, ci sono 1.300 GW di nuova capacità eolica, solare e di stoccaggio in attesa di essere collegati alla rete. Tuttavia, la maggior parte di questi impianti non verrà mai costruita. Perché entrare nella coda di interconnessione è solo l’inizio di un processo che richiede anni e non sempre ha un lieto fine.

    Secondo il rapporto, “i progetti devono anche stipulare accordi con i proprietari terrieri e le comunità, con gli acquirenti di energia, con i fornitori di attrezzature e con i finanziatori, e possono dover affrontare requisiti di aggiornamento della trasmissione”.

    In superficie, la transizione energetica sembra così semplice. Basta costruire un sacco di turbine eoliche e una fila di pannelli solari, inserire una batteria qua e là e passare dalle stufe a gas alle pompe di calore. Elettrificiamo tutto ciò che possiamo elettrificare e scartiamo il resto.

    Sotto la superficie, le cose sembrano davvero molto diverse. Non ci sono abbastanza materie prime per costruire tutta la capacità eolica e solare e le batterie. Non ci sono abbastanza persone per completare fisicamente la costruzione. Non ci sono abbastanza persone per costruire le numerose nuove linee di trasmissione. Il denaro per tutte queste cose deve ancora essere assicurato.

    Finché tutti questi problemi non saranno risolti in modo permanente, la rete zero rimarrà una fantasia, e nessuna quantità di attivismo e di pressione degli investitori sulle aziende affinché rendano note le loro emissioni potrà cambiare la situazione.
     
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    Ecco il pannello solare che funziona anche di notte.
    Un progetto italiano per produrre energia illimitata

    https://scenarieconomici.it/ecco-il-pannel...gia-illimitata/

    È possibile ottenere energia illimitata? Una start-up italiana lo ha dimostrato ed è pronta a produrre in serie questa nuova tecnologia che assicura energia illimitata, pulita, per tutti, adesso.

    È possibile realizzare pannelli fotovoltaici a raggi infrarossi che funzionano anche al buio? Come funziona questa innovativa tecnologia e quando sarà disponibile sul mercato?

    Immaginate di poter sfruttare l’energia solare anche di notte, sia a livello industriale che domestico. Questo è ciò che un gruppo di fisici italiani ha dimostrato con uno studio rivoluzionario: la creazione di un pannello solare che opera durante le ore notturne.
    L’energia illimitata, infinita e gratuita per tutti, senza impatto ambientale, è diventata realtà e siamo a un passo dal poterla utilizzare su vasta scala. Una start-up italiana all’avanguardia ha sviluppato una tecnologia innovativa che è pronta per la produzione industriale.

    ENERGIA ILLIMITATA ALLA PORTATA DI TUTTI

    Questi pannelli solari sono in grado di catturare energia dai raggi infrarossi e renderla disponibile per le nostre esigenze quotidiane. La loro funzionalità è simile ai normali pannelli solari, ma con una differenza significativa: funzionano anche di notte. Questo apre le porte a una fonte inesauribile di energia pulita, che può essere impiegata per scopi comuni, come il consumo domestico, liberando risorse per l’industria.


    È possibile ottenere energia illimitata? Una start-up italiana lo ha dimostrato ed è pronta a produrre in serie questa nuova tecnologia che assicura energia illimitata, pulita, per tutti, adesso.

    È possibile realizzare pannelli fotovoltaici a raggi infrarossi che funzionano anche al buio? Come funziona questa innovativa tecnologia e quando sarà disponibile sul mercato?

    Immaginate di poter sfruttare l’energia solare anche di notte, sia a livello industriale che domestico. Questo è ciò che un gruppo di fisici italiani ha dimostrato con uno studio rivoluzionario: la creazione di un pannello solare che opera durante le ore notturne.

    L’energia illimitata, infinita e gratuita per tutti, senza impatto ambientale, è diventata realtà e siamo a un passo dal poterla utilizzare su vasta scala. Una start-up italiana all’avanguardia ha sviluppato una tecnologia innovativa che è pronta per la produzione industriale.
    ENERGIA ILLIMITATA ALLA PORTATA DI TUTTI

    Questi pannelli solari sono in grado di catturare energia dai raggi infrarossi e renderla disponibile per le nostre esigenze quotidiane. La loro funzionalità è simile ai normali pannelli solari, ma con una differenza significativa: funzionano anche di notte. Questo apre le porte a una fonte inesauribile di energia pulita, che può essere impiegata per scopi comuni, come il consumo domestico, liberando risorse per l’industria.

    Ma come funziona esattamente questa tecnologia ad impatto zero, pronta per l’utilizzo? Nel corso di un’intervista, Roberto Germano, fisico sperimentale, ci spiega i dettagli della tecnologia all’avanguardia per sfruttare l’energia illimitata già presente in natura

    L’INTERVISTA ALLO STAFF CHE HA REALIZZATO IL PANNELLI A INFRAROSSI

    8 giu 2023
    Intervista a Roberto Germano, fisico, sulle orme di Emilio Del Giudice e Giuliano Preparata. A cura di Domenico D’Amico e Fabio Castellucci per Radio Gamma 5. La rivoluzionaria scoperta di un materiale potrebbe sconvolgere processi produttivi e linee industriali.
     
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    Dalla pagina Facebook di Francesco Mascali:

    Come avevo scritto due giorni fa, il problema principale delle auto elettriche è... il caldo.
    Oggi gli ospedali della città dove vivo sono andati in tilt, a causa della carenza di energia elettrica.
    Pochi giorni fa uno dei maggiori aeroporti d'Italia (chissà, magari per uno sbalzo di tensione) è andato parzialmente a fuoco.
    Sul quotidiano locale, ed amici confermano, chi lavora per e-distribuzione è impegnato su turni e straordinari per venire incontro ai mille problemi.
    A casa mia sarà staccata la luce una decina di volte oggi pomeriggio. E sono pur sempre molto fortunato. Leggo e sento di quartieri con stacchi che durano ore.
    D'altronde il mio consumo si è quadruplicato tra maggio e luglio. La bolletta è un dettaglio, il problema sono i cali di tensione. I più non se ne accorgono nemmeno. Gli elettrodomestici si guastano naturalmente e non ci si fa nemmeno troppo caso.
    Con una casa tecnologica sostanzilemente smette di funzionare tutto anche quando non ci sono gli stacchi di corrente...
    Le batterie d'accumulo un'ottima idea, ma quasi impossibile stare al passo con i consumi e comunque se la tensione crolla l'inverter può solo staccare o adeguarsi.
    Il generatore di corrente, un utile strumento per le emergenze minime. In ospedale sono andati avanti così, con generatori diesel.
    Ma i vicini hanno solo buone ragioni ad odiarti se accendi uno di questi assordanti marchingegni necessari per sostituire le incapacità della rete.
    Questo avviene oggi, ad una straordinaria temperatura massima da me misurata di 37,3°. Magari salirà ancora, ma per adesso siamo 8 gradi in meno di quel che la mia memoria ricorda. Dubito ci siano state estati in cui non si siano superati i 40, ma ancora luglio deve terminare e poi c'è agosto.
    A Catania le auto elettriche sono ancora le eccezioni, con un po d'attenzione chi le usa come seconda auto può caricarle nelle ore di minor consumo.
    Però pensateci, quando usate una superecologica auto elettrica, state togliendo energia all'ospedale vicino.
    Con gli stessi fatti si possono raccontare storie diverse.
    Ma davvero non capisco logicamente come possano aumentare le auto elettriche in circolazione, quando migliorare (significativamente) la rete elettrica è fuori discussione.
    Però certo, visto che la VP degli USA il 14 luglio 2023 dal palco annunciava:
    "investiamo in energia pulita, veicoli elettrici e riduzione della popolazione"....
    Lapsus o no, freudiano o no, non si può certo dire "noncielodiconoh".
     
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    Il futuro è (al)verde?

    Abbiamo cambiato combustibili, veicoli, abitudini, usi e costumi per un futuro più verde, più inclusivo e libero da tabù antiquati.
     
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